Constantin Brâncuși - Gli amanti di pietra

Gli amanti di pietra

Constantin Brâncuși come concepisce la sua opera? In che modo combina il purismo con il cubismo e il minimalismo? Cosa racconta il Bacio, una delle sue opere più importanti? Lo scoprirete in questa puntata di Mono.

Questa puntata di Mono è stata realizzata per Caterina Staffieri.
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Opere citate

Constantin Brâncuși, il Bacio, 1907-08
Marmo, 27.9 x 26 x 21.6 cm
the Rockefeller-Latner cast, collezione privata

Bibliografia


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Constantin Brâncuși era nato nel 1976 in una famiglia di contadini in un piccolo villaggio romeno. Nelle sue opere rievoca le atmosfere dei racconti popolari della sua terra d’origine. Racconti duri spesso privi di abbellimenti inutili. Questa sintesi si formalizza poi nella sua ricerca che, come per altri cubisti, trovò corrispondenza anche nelle suggestioni che arrivavano in Europa con l’arte africana.

Brâncuși lavoro a Vienna e monaco. A ventotto anni si spostò a Parigi e qui venne subito colpito dalle opere dei grandi scultori come Medardo Rosso, Antoni Mercier e soprattutto Auguste Rodin, maestro del quale frequentò per sei mesi il suo atelier.

La scultura del bacio fu una dei più grandi successi di Brâncuși. Un’altra delle sue opere che prelude al cubismo. Fu esposto per la prima volta all’Armory Show nel 1913 e pubblicato sul Chicago Tribune marzo dello stesso anno. Il successo fu talmente ampio che la scultura fu copiata in sei versioni e che Brâncuși realizzò tra il 1907 e il 1908. Il bacio è stato scolpito nella pietra calcarea, ricercando la forma più semplice possibile.

È vero che era ispirato al bacio che aveva realizzato Auguste Rodin nel 1882, ma per lo scultore quest’opera fu il distacco dovuto nei confronti di uno stile realista ormai superato dalle moderne tendenze dell’arte.

La finitura della scultura è stata volutamente lasciata uno stato grezzo che rivendica la necessità di Brâncuși di esprimersi con forme primitive e pure. Infatti lui amava dire che “la semplicità non è un obiettivo nell’arte ma si raggiunge anche senza volerlo penetrando nel vero senso delle cose”.

In questa scultura l’uomo e la donna si completano formando un parallelepipedo di figura intrecciate. La simmetria è solo apparente, tradita da alcune piccole differenze. La donna è leggermente più sottile, ha un leggero accenno di seno, ha gli occhi un po’ più piccoli. Gli occhi e l’abbraccio però diventano l’elemento di legame tra i due corpi, sfidato la simmetria del taglio verticale tracciato dal solco che separa i due amanti. Le braccia sono il ponte tra una porzione di pietra e l’altra. Gli occhi, uno di fronte all’altro, diventano un tutt’uno. Ma il vero elemento in cui si fondono i due corpi e proprio il bacio, infatti le labbra sono un ponte, un legame indissolubile tra i due corpi degli amanti.

Abbiamo detto che lo scultore realizza diverse versioni del Bacio, ognuna delle quali semplifica ulteriormente il concetto di sintesi delle forme. Queste sue semplificazioni hanno fatto sì che le sue creazioni continuassero a propendere per l’astrazione, questo perché lo stile di scultura astratta di Brâncuși enfatizzava ampiamente le linee geometriche creando una sensazione di equilibrio tra l’arte rappresentativa e le sue allusioni simboliche.

Lo stile e la tecnica di Brâncuși, così sintetica e diretta, divenne sempre più popolare, veicolata dall’interesse per il primitivismo. Molti artisti dell’epoca furono ispirati da Constantin Brâncuși. Tra i tanti si ricorda Isamu Noguchi, Donald Judd e anche Amedeo Modigliani. Ciò che catturò l’attenzione di molti artisti sicuramente era la purezza delle forme, una purezza che sicuramente porterà più avanti allo sviluppo anche dell’arte minimale.

Del bacio ci sono molte versioni ma una ha una storia molto interessante e controversa. Si trova al cimitero di Monteparanese. Rappresenta e due amanti per intero ed è alta 90 centimetri. Era stata collocata sulla tomba di Tatiana Rachewskaïa, una giovane studentessa rossa che si era suicidata nel 1910. L’aveva messa lì l’amante della ragazza, un medico romeno chiamato Solomon Marbais che acquistò all’opera dalle mani di Brâncuși. Nel 2005 un’opera di Brâncuși “Bird in Space” fu battuta all’asta per 27 milioni di dollari. Poco dopo, sulla scia di un possibile guadagno, sei persone dichiararono di essere proprietari della versione del bacio di Montmartre. Fu però il mercante Guillaume Duhamel, in collaborazione con la casa francese Millon, a trovare i discendenti di Tatiana in Romania e ben presto iniziò a circolare l’idea che l’opera poteva essere messa in vendita. Così il comune di Parigi dichiarò l’opera monumento di rilevanza storica per il paese, dichiarandolo inalienabile e fermando qualsiasi tentativo di vendita. Negli ultimi anni la famiglia Rachewskaïa ha provato a riottenere il bacio e con in mano la sentenza della corte d’appello amministrativa di Parigi si era recata al cimitero per riprendersi la statua, ma il comune aveva negato nuovamente l’autorizzazione.

Le notizie sono fresche e quindi staremo a vedere che cosa accadrà.

Michelangelo Mammoliti

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