Piero della Francesca

Piero di Benedetto dei Franceschi
(Borgo San Sepolcro, 1415 o 1420 – Borgo San Sepolcro, 1594)
Pittore, matematico.

Se si potesse tracciare una linea per tirare le somme della pittura del Quattrocento, questa si chiamerebbe Piero della Francesca. Nella sua riflessione di pittore e matematico si uniscono  i due concetti più importanti dell’arte del primo rinascimento: la prospettiva come descrizione dello spazio e la citazione dell’antico come racconto del tempo dell’uomo.
Non solo. Le sue figure diventano volumetriche come se disegnando, Piero, avesse trovato il modo di superare la consuetudine dei pittori contemporanei di concepire l’essere umano in una forma medievale. Una piattezza che incastrava le figure in “sagome” sparse a regola di prospettiva sulla tavola ma assenti, nella propria forma, dalla bellezza della filosofia geometrica.
La sua attività diventerà una continua messa a punto dell’uomo come unità geometrica di volumi solidi puri con risultati metafisici ma carichi di un forte senso di realtà. L’inizio del realismo magico.

Maestri: Domenico Veneziano

Collaboratori: Leon Battista Alberti

Cronologia Minima:

  • 1415-1420 – Nasce a Borgo San Sepolcro.
  • 1439 – Entra a bottega fiorentina di Domenico Veneziano.
  • 1441 – A Rimini collabora con Leon Battista Alberti e lavora per Sigismondo Malatesta.
  • 1452-1466 – Si sposta ad Arezzo dove dipinge “Le storie della vera croce” nel coro della chiesa di San Francesco.
  • 1458-1459 – Soggiorno romano.
  • 1460 – Si sposta ad Urbino ed entra nella corte di Federico da Montefeltro.
  • 1480 c.ca – Iniziano gli studi di prospettiva che lo porteranno a realizzare il “De Prospectiva Pingendi”.
  • 1492 – Muore a Borgo San Sepolcro. Nello stesso anno, a Firenze, muore Lorenzo de Medici.

Caratteristiche dello stile:

  • Ogni opera è costituita da un’importante impianto geometrico dove si sviluppa la prospettiva.
  • Il linguaggio prospettico non è applicato solo alle architetture ma anche alle figure.
  • Le figure sono realizzate con forme geometriche e definite al fine di rendere più forte il legame con la prospettiva.
  • Dal periodo urbinate inizia a sviluppare il senso del dettaglio di matrice fiamminga e la tecnica della pittura a olio.

Opere di riferimento:

Bibliografia:

  • Silvia Ronchey, L’enigma di Piero. L’ultimo bizantino e la crociata fantasma nella rivelazione di un grande quadro, Milano, Rizzoli, 2006, 540 pp.
  • M. Bussagli, Piero della Francesca, Firenze, Giunti, 1992

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