Donatello, Maddalena Penitente, 1455

La Maddalena Penitente

La Maddalena di Donatello è una delle sculture più espresssive del rinascimento. La sua bellezza è nella descrizione dell’umanità di una peccatrice che ha trovato la sua redenzione oltre i valori effimeri della mondanità.

Donatello, Maddalena Penitente, 1455
Donatello, Maddalena Penitente, 1455 Legno, h. 188 cm Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

Questa Puntata di Mono, le mongrafie di Quello di Arte è stata relizzata su richiesta di Gaia Pandolfi, che ringrazio.

Se volete richiedere una puntata di mono potete farlo cliccando il seguente link https://quellodiarte.com/2021/01/11/arte-monografie-on-demand/

Un ringraziamento particolare va anche a Marco Chiusolo che mi ha concesso l’uso del suo brano musicale “Orizzonte” in chiusura del podcast. Potete ascoltare altri suoi brani cliccando sul seguente link https://www.youtube.com/@marcochiusolo9814

La Maddalena Penitente è una scultura di Donatello (1386-1466) realizzata tra il 1455 e il  1460. Rappresenta Maria Maddalena che, secondo la tradizione cristiana, aveva condotto una vita peccaminosa prima di pentirsi e convertirsi al cristianesimo. La Maddalena è rappresentata negli anni della vecchiaia. La Legenda Aurea ricorda che la Santa pellegrinò digiunando nelle foreste nel sud della Francia. Una storia, la sua, che diventa esemplare di  come il pentimento e la preghiera portino a quella ascesi estrema con il conseguente rifiuto del mondo e la mortificazione del corpo.

La statua è alta circa 188 cm e fu intagliata nel legno di tiglio dipinto. I restauri del 1972 scoprirono tra i capelli delle filettature d’oro, l’unico richiamo all’iconografia più diffusa della maddalena che veniva vista, anche in penitenza, come una donna sensuale dai lunghi capelli biondi. Al contrario questa Maddalena Penitente è raffigurata nuda, con i capelli sciolti e trascurati. Il simbolo della sensualità della vita precedente diventano il suo saio penitenziale. Donatello aveva accentuato questo effetto applicando sulla superficie della statua degli inserti di stoppa e gesso, probabilmente la scultura doveva sembrare reale.

Ad accentuare il realismo è la figura curva, con le gambe leggermente piegate che sorreggono insieme il peso del corpo. Le mani sono giunte in segno di preghiera. Con questa posa la figura ha scombinato tutte le regole dell’arte antica in virtù di una rappresentazione più naturale e umana.

La scultura inoltre è caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli del corpo smagrito e nervoso, segnato dal digiuno e dalla sofferenza. Ma ciò che emerge maggiormente è l’elemento più notevole della statua, l’espressione di profonda tristezza e pentimento che Donatello è riuscito a far trasparire dal volto scavato ed espressivo della Maddalena. 

Questa scultura virtualmente dialoga con il Crocifisso di Santa Croce. Un’altra scultura che Donatello ha intagliato sempre nel legno e che, per il grado di realtà è così spregiudicato, al tal punteo che Brunelleschi, che l’aveva visto per primo, non esitò a commentare come “Cristo Contadino”.

La Maddalena Penitente è stata creata per la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Firenze, dove veniva utilizzata durante la Settimana Santa per ricordare ai fedeli la sofferenza e la morte di Cristo. La statua era posta all’interno di una nicchia nella parete sinistra della chiesa, dove veniva illuminata da una finestrella in alto. Probabilmente doveva apparire straordinaria, come nelle parole di Vasari che nelle Vite scrive::

«Di mano di Donato [è] una Santa Maria Maddalena di legno in penitenza, molto bella e molto ben fatta, essendo consumata dai digiuni e dall’astinenza, intanto che pare in tutte le parti una perfezione di notomia, benissimo intesa per tutto.»

Oggi, la Maddalena Penitente è conservata presso il Museo dell’Opera del Duomo, sempre a Firenze, ma per la sua intensità e per la sua carica espressiva potrebbe stare con disinvoltura in un museo d’arte contemporanea e non sembrare una signora di quasi seicento anni.

Testo e Podcast di Michelangelo Mammoliti

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