John Everett Millais, Isabella, 1849

[PRB]* la Confraternita Preraffaellita

*Pre Raphaelite Broterhood

Che i periodi di stabilità di governo siano favorevoli allo sviluppo dell’arte è un dato di fatto. Ricordate cos’è accaduto il secolo scorso negli anni d’oro della regina Elisabetta II? Il suo regno, iniziato nel 1952, ha visto sbocciare i gruppi musicali più iconici della storia: i Beatles, i Queen, i Sex Pistols, i Cranberries, i Garbage, i Green Day e – anche sì – gli Oasis.

Una fioritura di artisti simile era già successa nella metà dell’ottocento in un’altra età dell’oro della monarchia inglese che era iniziata nel 1837 per poi concludersi nel 1901. Era il tempo di quando sulla sterlina era impressa l’immagine della regina Vittoria. L’età vittoriana per molti fronti fu un periodo austero intenzionato a rendere l’Inghilterra la prima tra le nazioni e, a dispetto di questo, non mancarono di emergere personaggi iconici del loro tempo come Oscar Wilde, Emily Bronte, Lewis Carroll, Charles Darwin; e non mancarono naturalmente gli artisti dell’immagine.

Dante Gabriel Rossetti, Ecce Ancilla Domini!, 1850
Dante Gabriel Rossetti, Ecce Ancilla Domini!, 1850 Olio su tavola intelata, 72 x 42 cm Tate Gallery, Londra

Era il 1848, in Europa si stavano spegnendo i fumi della Primavera dei Popoli mentre nella Londra vittoriana, in Hyde Park di lì a un paio d’anni, si concretizzerà nell’allestimento del Crystal Palace di Joseph Paxton, una monumentale serra di acciaio, ghisa e vetro nella quale si sarebbe ospitata l’Esposizione Universale. Si stava compiendo il miracolo della Rivoluzione Industriale.

In questo periodo di fermento un giovane pittore figlio di immigrati italiani, Dante Gabriel Rossetti, in visita alla mostra della Royal Academy, vide l’opera di William Holman Hunt, un dipinto dal titolo La vigilia di Sant’Agnese.

Wlliam Holman Hunt , La vigilia di Sant'Agnese, 1847-1857
William Holman Hunt , La vigilia di Sant’Agnese, 1847-1857 Olio su tavola, 25×35 cm Walker Art Gallery, Liverpool

Infervorato dal fatto che il pittore per fare quel quadro avesse citato una poesia di John Keats, Dante Gabriel Rossetti volle conoscere William Holman Hunt è così cominciò un’amicizia e un sodalizio artistico oltremodo proficuo che si completerà con il coinvolgimento di  un amico di Hunt, John Everett Millais.

Rossetti, Hunt, Millais, era questo il primo nucleo della Pre-Raphaelite Brotherhood (PRB), la Confraternita Preraffaellita.

John Everett Millais, Isabella, 1849
John Everett Millais, Isabella, 1849 Olio su tela, 103×143 Walker Art Gallery, Liverpool

Nell’idea dei tre, una confraternita rispettabile non poteva fermarsi a così pochi rappresentanti ma doveva essere composta da un numero aureo di membri; i tre decisero che dovevano diventare sette. 

Il quarto a entrare nel gruppo fu James Collinson, un “onesto” pittore che aveva due punti a suo favore: oltre a simpatizzare per la confraternita, per breve tempo fu il fidanzato di Christina, la sorella di Dante Gabriel Rossetti.

A seguire entrò  Thomas Woolner, scelto perché nella misura della Confraternita c’era bisogno di uno scultore, e Woolner qualche blocco di marmo lo aveva levigato.

Infine si ritenne utile rafforzare le schiere verso il pubblico convocando anche due critici d’arte, William Michael Rossetti (fratello di Dante) e Frederic George Stephens che si erano dilettati di pittura, ma con risultati deludenti.

James Collinson, La rinuncia di Santa Elisabetta d'Ungheria, 1850
James Collinson, La rinuncia di Santa Elisabetta d’Ungheria, 1850 Olio su tela, 120×182 cm Johannesburg Art Gallery, Johannesburg

Oltre questi fu importante anche nella formazione del gruppo la vicinanza del pittore Ford Madox Brown il quale, oltre alla sua esperienza nelle scuole fiamminghe, era stato il tramite con i Nazareni, un altro movimento di artisti eversivi dell’Accademia di Vienna, che avevano portato avanti a Roma, all’inizio dell’ottocento, il loro movimento, sempre di ispirazione preraffaellita.

Ford Madox Brown, Graziosi agnellini, 1852
Ford Madox Brown, Graziosi agnellini, 1852 Olio su tela, 26×20 cm Ashmolean Museum, Oxford

Già nel fregiarsi del titolo di confraternita i Preraffaelliti alludevano a quel modo di unirsi per fare arte tardomedievale e del primo rinascimento che non vedeva l’artista individualizzato nel suo genio creativo – come Leonardo, Michelangelo e Raffaello – ma, al contrario, operativo in botteghe che nell’immaginario di questi inglesi erano vivaci fucine in cui si sono crogiolati gli spiriti più puri della storia. Il modo di fare arte degli artisti prima di Raffaello era distinto da uno stile sintetico, arricchito da larghe campiture di colori brillanti, che contrastavano sia con i pesanti chiaroscuri che hanno pervaso l’arte dal cinquecento in poi, ma che anche contrastavano con le imposizioni scolastiche dettate dalla Royal Academy. Insomma, per una fratellanza che viveva in un mondo che stava respirando i vapori delle rivoluzioni industriali, riportare l’arte indietro alla dimensione della bottega artistica, era un’originale visione di rinnovamento e di progresso.

Un modo interessante con il quale i preraffaelliti hanno fatto opposizione all’accademia è anche nella scelta delle modelle, vere e proprie muse ispiratrici come furono Beatrice, Laura e Fiammetta per Dante, Petrarca e Boccaccio. Queste modelle però erano donne che non provenivano da ambienti artistici. Elizabeth “The Sid” Siddall era una modista, Sarah Cox era una domestica, mentre Annie Miller lavorava al pub Cross Keys. Furono scelte perché la loro bellezza non corrispondeva agli austeri canoni vittoriani ma erano spregiudicatamente sensuali e, cosa più importante, erano pronte a tutto, anche a ruoli poco lusinghieri come vestirsi da uomo oppure a restare immerse per ore in una vasca da bagno compromettendo la propria salute, come il caso di Elizabeth Siddal che si ammalò di una grave bronchite per interpretare la morte di Ophelia.

John Everett Millais, La morte di Ophelia, 1851-1852 Olio su tela, 76×112 cm Tate Gallery, Londra

Anche se ideologicamente erano schierati su un fronte anti-accademico, la prima presentazione al pubblico dei Preraffaelliti fu proprio alla Royal Academy nel 1849. Il gruppo espose le loro opere segnandole tutte con la sigla PRB, Pre-Raphaelite Brotherhood.

Dante Gabriel Rossetti propose un quadro raffigurante L’adolescenza di Maria Vergine, ma sentite le prime critiche ritirò subito l’opera per esporre in una mostra gratuita. Rimasero sulle pareti dell’istituzione inglese Rienzi, l’ultimo dei tribuni di William Hunt, ispirato al romanzo storico di Edward Bulwer-Lytton e Isabella, di Millais tratto nuovamente da un poema di Keats. Va detto che l’accademia accolse bonariamente queste due ultime opere per la loro ispirazione alla cronaca, al romanzo, all’ambientazione medievale, anche se però non fece menzione alcuna alla Confraternita.

Nel 1850 i preraffaelliti iniziarono ad essere riconosciuti non solo per le loro opere ma anche per la pubblicazione delle loro idee nella rivista letteraria The Germ.

La fortuna della fratellanza avvenne nel 1851 quando John Ruskin pubblicò due lettere sul The Times elogiando il gruppo per la vicinanza con l’arte italiana antica. Nonostante ciò i clamori ebbero vita breve perché, a parte la fortuna della critica e le tante opere di valore realizzate dal gruppo,la fratellanza si dissolse nel giro di un paio di anni: Woolner emigrò in Australia; Hunt decise di visitare la Terra Santa per dipingere meglio i quadri religiosi e Millais nel 1853 fu associato alla sua tanto osteggiata Royal Academy. Quest’ultimo fatto fu definito da Rossetti come la fine formale del gruppo.

Se proviamo a fare la somma delle qualità viste finora, i Preraffaelliti hanno tutte le caratteristiche di un movimento d’avanguardia moderno: la convergenza in un gruppo, l’impeto progressista e anti-accademico, una rivista per esprimere il proprio pensiero sull’arte e anche una vita breve ma intensa che in una manciata di anni ha lasciato un profondo segno nella Storia dell’Arte a seguire.

Il valore di questo stile romantico e decadente, verso il limite dell’anacronismo, si deve anche ad artisti, satelliti alla fratellanza, che non entrarono mai di fatto nell’elenco dei sette ma che ne presero in un momento successivo le redini. Dante Gabriel Rossetti fu il mentore di Edward Burne-Jones e di William Morris, che a sua volta- poi – fondò l’Arts and Craft Movement dando un forte impulso alla formulazione del Liberty e dello stile vittoriano inglese, un vero e proprio rinascimento dell’arte che attingeva le sue forme non solo nella cultura europea, ma anche nei temi di una storia inglese volta indietro verso un mondo antico, nostalgico, che si completa nei temi della poesia medievale, della poesia inglese e delle opere Shakespeariane.

Ma il lascito più importante dei Preraffaelliti si trova nelle formule fantastiche che questi artisti hanno saputo creare dotando il regno unito di un forte slancio verso la nascita dell’Estetismo e del Simbolismo. Ogni opera è ricca di segni immaginifici provenienti da un passato percepito, sognato che diventa nell’arte una visione reale. 

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