Guido Randagio

Su queste pagine – anzi sempre – quello che faccio è dare voce alle immagini. Questa volta mi è capitato di dare immagini alle parole del poeta Guido Tracanna.

Con Guido Tracanna, su Quello di Arte, abbiamo collaborato diverse volte e mi ha prestato la sua disponibilità, e la sua cultura, per aiutarmi a raccontare aspetti della fede che andavano oltre le mie conoscenze. In più, però, oltre a essere un collega che insegna religione, Guido è un poeta “randagio”.

Di solito non mi occupo di recensioni letterarie, e non mi improvviserò a fare il lavoro dei critici che già diverse volte hanno valorizzato il suo talento artistico; ma voglio raccontarvi di come ho provato a raccontare “Guido Randagio”, una poesia di Guido Tracannna che potete trovare nella raccolta Retrogames (Daimon edizioni, 2018).

Quando Guido mi ha coinvolto nella sua idea di fare un poemovie, le parole d’ordine sono state “con calma” e “senza fretta”, più i loro derivati “quando c’hai un attimo” e “non te stressa’”. Quello che il poeta non sapeva è che nella mia storia personale queste “parole d’ordine” sono state come una ghigliottina che hanno tagliato alla nascita tante idee perché ho sempre avuto bisogno di fisse scadenze, di cadenze che mi servivano per finalizzare. Lo confesso quando qualcuno mi ha detto “quando hai tempo” significava spesso “a babbo morto”, cioè mai. Il Poeta stava rischiando. Tuttavia il tarlo delle parole di “Guido Randagio” – della poesia – si stavano facendo strada, mi rimbalzavano in testa. Così insieme a Guido abbiamo iniziato a mettere insieme un po’ di pezzi: un Bull terrier in plastilina bianca, qualche schizzo orientativo, una bozza di story-board. Qualcosa stava venendo fuori anche se con mandi e rimandi. “Quando hai tempo!”, ce la farò?

Poi il tempo è arrivato, a un certo punto la chiusura: quarantena per Coronavirus. Sono stati tempi disperati per molti, per altri momenti faticosi e difficili in cui ci siamo messi in gioco nell’esperienza di una clausura forzata che ci ha fatto riflettere su noi stessi. In questa clausura è riemerso per me uno slancio creativo che nel tempo ho canalizzato in tutt’altre strade.

Così “Guido Randagio” – la poesia – è diventato uno spunto per tante riflessioni. Tra le tante il pensiero che la poesia – e l’arte – è “riflessione”: la riflessione del verbo riflettere che spesso viene assimilato con pensare; ma anche la riflessione meccanica del verbo “specchiare”.
E poi un nuovo pensiero: chi fa lo specchio, cioè il poeta, l’artista, non conosce chi sarà a riflettercisi dentro.
E un’altro pensiero ancora: un’opera d’arte, una vera, riflette senza perdere la propria identità e senza neanche toglierla a chi la osserva.

A questo punto mi sono riflesso è iniziato il gioco, quello serio però.

“Guido Randagio” è una poesia epica di immagini sparate a raffica, una dopo l’altra. Figure retoriche talmente veloci che di alcune te ne accorgi dopo un po’; altre ti si mescolano nel cervello; altre riesci a prevederle o restano intuizioni. In ogni caso riflettono e fanno riflettere.

Quindi compresa questa meccanica è stato spontaneo raccontare le parole di Guido. Le immagini sono emerse da sole dalle parole e io ho dovute solo cercarle, metterle in ordine e qualche volta mescolarle, altre volte mettere immagini che mi riguardavano.

Mi sono abbandonato nell’arte di ascoltare, anche senza dover capire tutto, forse qualcosa me la sono pure persa, qualcosa la capirò ma ho voluto restituirla così espressa, perché l’arte, quella vera, non deve essere capita sempre e tutta.

Adesso resta a voi ascoltare, guardare e… “riflettere”.

Guido Randagio
Una poesia di Guido Tracanna
Dalla raccolta Retrogames
pubblicata da Daimon Edizioni, 2018

Regia e montaggio di Michelangelo Mammoliti
Interpreta il testo Andrea Fugaro
Remix musicale di Lorenzo Scotti

Aprile 2020

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