Una volta, per scherzare, dicevo “preparatevi che tra un po’ toglieranno le immagini sacre dai libri di storia dell’arte”. Era una battuta sulle polemiche del “crocifisso a scuola si, del crocifisso a scuola no”. Avevi paura di aprire un libro di storia dell’arte dal secondo volume al quarto volume per rischiare di offendere qualsiasi comunità religiosa. Fatto sta che la questione non era nemmeno contemplabile: rimuovere l’arte sacra significa cancellare tout-court gran parte dell’arte italiana, quella commissionata da Papi, famiglie papali e affini.
Adesso prepariamoci a strappare pagine di libri perché i tempi sono arrivati. Perché quando un omino microscopico microscopico che veste i panni di presidente del consiglio, una prima carica dello stato, si permette di coprire le opere d’arte del suo paese perché potrebbero di certo offendere il suo interlocutore, non ha capito niente del suo paese.
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