Oggi moriva Domenico Fontana (Melide, 1543 – Napoli, 28 giugno 1607) l’architetto delle grandi opere, capostipite di un discendenza di architetti e tecnici ticinesi che trovarono la fortuna in una Roma che si stava trasformando nel centro assoluto della cristianità, nell’Urbe barocca.
Domenico Fontana inizia la sua carriera romana ingrandendo nella Basilica di Santa Maria Maggiore una cappella laterale, inglobando la cappella del Presepio di Arnolfo di Cambio legandosi già da subito alla benevolenza del cardinale Felice Peretti. Quando il cardinale Peretti fu elevato a Sisto V aumentò la portata della committenza.
A Fontana venne chiesto prima di modificare la loggia di San Giovanni e la facciata della Scala Santa. Fu coinvolto nelle modifiche del palazzo del Quirinale e all’estensione della Biblioteca Vaticana.
Creò macchine prodigiose per l’elevazione degli obelischi a Roma tirandone su quattro: l’obelisco Vaticano a Piazza San Pietro; l’obelisco Flaminio di Piazza del Popolo; l’obelisco Esquilino a Santa Maria Maggiore e l’obelisco Vaticano in Santa Maria del Popolo.
Gli obelischi sono i punti di riferimento della sua più grande invenzione cioè il piano urbanistico di Roma, il piano sistino, che guidava i pellegrini per la città partendo da Piazza del Popolo verso le Basiliche maggiori della città.
